Emozione nata dal cuore innesca il cervello e i suoi rapporti bidirezionali

 

 

ROBERTO COLONNA

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIX – 28 maggio 2022.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Per oltre un secolo, ossia dalle tesi di William James sulla genesi corporea delle emozioni, è andato avanti il dibattito tra sostenitori dell’origine centrale e sostenitori dell’origine periferica delle risposte emozionali, poi in epoca più recente, accertata una realtà neurofunzionale complessa, l’attenzione si è spostata sulla comprensione del controllo bidirezionale – centro-periferia e viceversa – dei processi connessi con le esperienze emozionali. Tuttavia, non sono pochi i ricercatori che continuano a cercare un’origine periferica quale primum movens di alcuni stati emozionali.

Infatti, se l’implicazione della periferia corporea nella fisiologia delle emozioni è ampiamente riconosciuta, la specificità e il ruolo causale di tali attività in rapporto alle dinamiche del cervello non sono state ancora dimostrate.

Diego Candia-Rivera, Gaetano Valenza e colleghi hanno ipotizzato che il controllo neurale periferico sull’attività cardiovascolare inneschi e sostenga le dinamiche cerebrali durante un’esperienza emozionale e, su questa base, hanno sviluppato un’interessante sperimentazione che ha ottenuto risultati di notevole interesse.

Lo studio, condotto da ricercatori dell’Università di Pisa in collaborazione con colleghi dell’Università di Padova e dell’Università della California a Irvine, è stato presentato dal massimo esperto vivente di basi neurobiologiche delle emozioni, ossia Joseph LeDoux, ex-membro dell’équipe di Michael Gazzaniga e degli altri allievi del Premio Nobel Roger Sperry, che furono protagonisti di una stagione di grandi scoperte neurofisiologiche, ottenute dallo studio di pazienti con cervello diviso.

(Candia-Rivera D., et al., Cardiac sympathetic-vagal activity initiates a functional brain-body response to emotional arousal. Proceedings of the National Academy of Sciences USA – Epub ahead of print doi: 10.1073/pnas.2119599119, 2022).

La provenienza degli autori è la seguente: Bioengineering and Robotic Center E. Piaggio, University of Pisa, Pisa (Italia); Department of Information Engineering, School of Engineering, University of Pisa, Pisa (Italia); Department of Psychology, Ohio State University, Columbus, OH (USA); Department of Psychological Science, University of California at Irvine, Irvine, CA (USA); Department of General Psychology, University of Padua, Padua (Italia); Department of Biomedical Engineering, University of California at Irvine, Irvine, CA (USA).

Gaetano Valenza, Diego Candia-Rivera e colleghi hanno evocato delle risposte emozionali nei volontari partecipanti allo studio facendoli assistere a dei video dai contenuti specificamente adatti a generare stati psicofisici, e contemporaneamente hanno indagato l’attività cardiaca e le dinamiche cerebrali associate a quelle esperienze. I ricercatori hanno, in particolare, cercato di determinare con precisione la temporalità degli eventi fisiologici, segnatamente in termini bioelettrici, per cercare di stabilire quali eventi sono prioritari, se quelli cardiaci, dovuti al controllo del sistema nervoso autonomo, o quelli cerebrali dipendenti dall’elaborazione dell’informazione giunta attraverso la vista.

Di passaggio, si ricorda che il cuore ha un’innervazione cardio-eccitatoria ortosimpatica adrenergica antagonizzata da un’innervazione cardio-moderatrice parasimpatica (vagale) colinergica.

Candia-Rivera e colleghi hanno rilevato e dimostrato che nei primi secondi (pochi) gli stimoli emozionali percepiti modulano l’attività connessa al battito cardiaco, che a sua volta stimola una specifica risposta della corteccia cerebrale all’intensità emozionale (eccitazione emotiva). Successivamente, l’elaborazione emotiva è sostenuta da un interscambio bidirezionale cuore-cervello, durante il quale il livello di eccitazione soggettivamente percepito dai soggetti corrisponde alla modulazione dell’ampiezza del flusso di informazioni neurali ascendenti.

Gli autori dello studio attribuiscono un valore assoluto ai loro risultati, che la prudenza scientifica nel nostro ruolo di recensori ci impone di non condividere in attesa di conferma o confutazione da parte di altri studi che, presi insieme, possano comporre un campione anche numericamente molto significativo. Candia-Rivera e colleghi ritengono che quanto emerso dalla loro osservazione possa costituire una conoscenza fondamentale in grado di collegare la neurofisiologia ai disturbi psichiatrici e spiegare il rapporto tra sintomatologia depressiva e disturbi cardiovascolari.

Dunque, l’ipotesi degli autori che il controllo cardiovascolare nervoso periferico inneschi e sostenga le dinamiche cerebrali durante le esperienze emozionali, sembrerebbe essere stata dimostrata da questa sessione sperimentale. L’informazione nervosa autonomica proveniente dal cuore viene elaborata dalle aree e reti cerebrali preposte, innescando un contemporaneo trasferimento di informazione efferente dalle strutture cerebrali alla periferia dell’organismo nel suo complesso. Gli esperimenti sono stati condotti evocando emozioni in 62 soggetti volontari in perfetto equilibrio fisiologico e apparente buona salute, impiegando per l’interpretazione dei tracciati dei modelli computazionali basati sulla genesi di dati sintetici ottenuti dai segnali elettrocardiografici (ECG) ed elettroencefalografici (EEG).

I rilievi mostrano in modo eloquente che l’antagonismo simpatico-vagale, ossia tra eccitazione adrenergica dell’innervazione ortosimpatica del cuore e innervazione colinergica veicolata dalle fibre parasimpatiche moderatrici del X paio dei nervi cranici, svolge un ruolo causale nell’avvio della risposta emozionale cerebrale, in cui sembra che le modulazioni ascendenti dell’attività vagale precedano le dinamiche neurali encefaliche rapportate ai livelli di eccitazione percepita. E sembra che l’intenso e rapido scambio tra sistema nervoso centrale e sistema nervoso autonomo, che segue l’innesco cerebrale, sostenga l’elaborazione dell’attivazione emozionale.

In attesa di ulteriori studi, questi dati sembrano indicare un primum movens periferico, e in particolare cardiaco, per l’espressione fisiologica degli stati emozionali.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Roberto Colonna

BM&L-28 maggio 2022

www.brainmindlife.org

 

 

 

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